ARLECCHINO E BRIGHELLA
Arlecchino e Brighella
saltan lesti sulla sella
e quando incontran Pulcinella
gli raccontan la storiella.
Arriva poi anche Tartaglia
che si unisce alla marmaglia
e l'idea ben spiegata
da lui pure è assai apprezzata.
Li raggiunge Meneghino
e fa agli amici un bell'inchino.
Tutti e cinque dal Dottore
vanno svelti con ardore.
Una scena da maestro:
tanti pulcini in un sol cesto,
scompiglio, strilli e gran fracasso,
si odon le urla fin da basso.
Il dottor Balanzone preoccupato
è subito ingaggiato:
la fanciulla innamorata
deve essere curata.
Corre corre Balanzone,
scende le scale del balcone,
trema forte il suo pancione
e arriva giù con il fiatone.
Giunto a casa della bella
gli danno una ciambella.
Colombina sta benone,
va preparando il gran cenone.
Tutti si tengon la pancia per il riso
e anche Balanzone fa un sorriso
Oggi nessuno può star male,
era uno scherzo, è Carnevale.
( ANONIMO VENEZIANO )
I PERSONAGGI DELLA COMMEDIA DELL'ARTE IN QUESTA STORIA:
- Arlecchino – Senza dubbio una delle maschere più amate della Commedia dell’arte, Arlecchino nasce dalla contaminazione di due tradizioni: lo Zanni bergamasco, il servo contadino dal carattere grezzo e volgare, da una parte, e i personaggi diabolici e farseschi della tradizione popolare francese, dall'altra. Se le origini del personaggio risalenti al XII secolo sono quelle più legate al suo aspetto demoniaco, l’Arlecchino del Seicento è una maschera brillante e vivace: inizialmente è il servo sciocco, in seguito diventa più astuto, sempre pronto a trarre in inganno e a fare dispetti. Si muove saltellando, fa piroette, inchini e capriole, inciampa e cade. Si dispera facilmente, ma sa anche consolarsi in fretta. A volte canticchia invece di parlare. Ne combina di tutti i colori… e multicolore è anche il suo costume, dalle inconfondibili toppe a losanga!
- Brighella – Questa maschera deve il suo nome al suo carattere vivace, attaccabrighe, insolente e dispettoso. È il migliore amico di Arlecchino: entrambi sono i servi della Commedia dell'arte, entrambi nati a Bergamo. Al contrario dell'amico, tuttavia, Brighella non fa solo il servo ma un'infinità di altri mestieri più o meno leciti, per cui si ritrova sempre in mezzo a svariati intrighi. Brighella passa infatti il suo tempo a escogitare inganni e trappole in cui far cadere il prossimo solo per il gusto di imbrogliare gli altri. E’ capace di raccontare frottole con tale sicurezza e convinzione che è quasi impossibile distinguerle dalla verità. Assai abile nel cantare, suonare e ballare, risulta molto meno simpatico del suo amico Arlecchino… Viene raffigurato con giacca e pantaloni decorati con galloni verdi.
- Pulcinella - La maschera di Pulcinella è stata inventata a Napoli nei primi decenni del Seicento, ma il suo costume moderno risale all'Ottocento. Le origini di Pulcinella sono però molto più antiche. C’è chi lo fa discendere da “Pulcinello” un piccolo pulcino perché ha il naso adunco; c'è chi sostiene che un contadino di Acerra, Puccio d'Aniello, nel '600 si unì come buffone a una compagnia di girovaghi di passaggio nel suo paese; altri pensano che discenda da “Maccus”, il servo dal naso lungo e faccia bitorzoluta con guance grosse e ventre prominente, vestito con camicia larga e bianca delle commedie Atellane, uno spettacolo diffuso nella Roma del VI secolo a.c.; in ogni caso, Pulcinella ha incarnato e continua a incarnare il tipo napoletano che, cosciente dei problemi in cui si trova, riesce sempre a uscirne con un sorriso, prendendosi gioco dei potenti pubblicamente, e svelando tutti i retroscena. Il personaggio di Pulcinella si è sviluppato autonomamente anche nel teatro dei burattini e delle marionette, di cui è ormai l'emblema e dove non è più servo e contadino, ma un archetipo di vitalità, un anti-eroe ribelle e irriverente, alle prese con le contrarietà del quotidiano e i nemici più improbabili.
- Tartaglia – Una maschera caratterizzata oltre che da una forte miopia da un’inguaribile e pertinace balbuzie, da cui il nome. A queste due caratteristiche e a una corporatura goffa e corpulenta si limita tutta la comicità del personaggio, povero di contenuti umani. Tartaglia appartiene alla schiera dei "vecchi" della Commedia dell’arte. L'immagine e la postura particolarmente simile alla maschera padovana di Menego, seppur di rango sociale differente (Menego è un contadino), portano erroneamente in certe aree del Sud Italia a sovrapporre le due maschere. Nella seconda metà del Seicento, nonostante le sue probabili origini veronesi, Tartaglia fu popolarissimo a Napoli, tanto da farlo entrare di diritto fra le maschere della Commedia napoletana, dove di volta in volta impersona un dottore, un procuratore, un giudice. Il costume con cui la maschera è giunta a noi dopo diverse trasformazioni consiste in parrucca bianca, cappello a punta, abito verde, scarpe con gran fibbia.
- Meneghino – E' un personaggio nato dal teatro milanese e divenuto solo in seguito maschera della Commedia dell’arte, dove ha preso il posto di Beltrame, il contadino stolto e fanfarone, capace solo di commettere grandi stupidaggini volendosi mostrare più signore di quanto non sia. Il personaggio fu in origine quello del servo spiritoso derivato dalla figura di Zanni, ma caratterizzato da onestà e sincerità (simboleggiata anche dal fatto che, a differenza di molti personaggi della Commedia dell'arte, egli non indossa una maschera) e da un forte senso di giustizia. Nel corso dei secoli, Meneghino ha poi rivestito diversi ruoli sul palcoscenico, tra cui quello del padrone, del contadino e del mercante. Nelle sfilate del Carnevale Ambrosiano è di solito accompagnato dalla moglie Cecca. Meneghino è assurto nel tempo a simbolo popolaresco della città di Milano, tanto che il termine meneghino è ora correntemente utilizzato per identificare i cittadini milanesi e, come aggettivo, indica ciò che è più caratteristico della città e dei suoi abitanti.
- Balanzone – Conosciuto anche con il nome di dottor Balanzone, è una maschera di origine bolognese. Appartiene come Tartaglia alla schiera dei "vecchi" della Commedia dell’arte, talvolta è chiamato dottor Graziano o semplicemente il Dottore. E’ il classico personaggio "serio", saccente e presuntuoso. Si tratta di un dottore in Legge: egli è infatti la caricatura del dotto e tronfio leguleio bolognese. Il suo stesso nome lo dimostra, infatti Balanzone deriva dal bolognese balanzan, ovvero bilancione, bilancia, il simbolo della Legge. Uomo dalle guance rubizze, veste sempre di nero e ha il ventre prominente. Calza una piccola maschera che ricopre solo le sopracciglia e il naso, appoggiandosi su due grandi baffi. Indossa l'abito dei Professori dell'Università di Bologna: toga nera, colletto e polsini bianchi, gran cappello, giacca e mantello. Nel componimento in versi “Arlecchino e Brighella” presentato in questa pagina, lo abbiamo caratterizzato come un dottore in Medicina: Balanzone nella Commedia dell'arte si vanta sempre di conoscere ogni campo della scienza umana, inclusa appunto la Medicina, e spesso le altre maschere, fra le quali gode di molta stima, si rivolgono a lui anche per chiedere pareri medici. Lui spiega, parla e pontifica ma alla fine elargisce pareri di nessun valore. Abbiamo voluto inoltre dare a Balanzone un ruolo dinamico nella storia... compatibilmente con la sua grossa pancia!
- Colombina – La maschera di Colombina è l’evoluzione di un altro personaggio della Commedia dell’Arte: la Fantesca, la compagna di vita e di fortuna del giullare che in certe rappresentazioni usciva sul palco o nel cerchio degli spettatori a recitare con lui. La Fantesca in origine è vecchia, curva e rugosa, ma col tempo si fa più procace e diviene la Zagna, la compagna dello Zanni. Così Colombina è il tipo comico della servetta graziosa. Il suo costume si presenta con innumerevoli varianti ma abitualmente si compone di un corpetto aderente e un’ampia gonna a balze blu. In genere Colombina non ha la maschera e sul capo porta una “crestina” da cameriera. E’ seducente, astuta, vivacissima, l’immagine perfettamente speculare femminile di Arlecchino. Per questo è sempre l’Amorosa o la moglie di Arlecchino, assumendo vari nomi, fra cui appunto Arlecchina. Colombina usa sempre la menzogna a fin di bene per coprire gli amori della sua padrona, continuamente ostacolata da un padre burbero e severo. È una donna intelligente che si rende conto di vivere in una società fatta a misura di uomo dove, per sopravvivere, deve usare furbizia e sensibilità. Forse è anche per questo che risulta così simpatica al pubblico.