Alla paura vengono quasi sempre associate connotazioni negative. Si tratta in realtà di uno dei sentimenti più importanti per il genere umano: ha consentito all’uomo di sopravvivere e di evolversi nel corso del tempo. Se non avessimo avuto la paura, il nostro Pianeta sarebbe ora abitato da altre creature e non dagli uomini.
La paura serve a farci comprendere la presenza e l’imminenza di un pericolo, dandoci in questo modo la possibilità di compiere delle azioni tempestive per poterlo evitare. Negli esseri umani, quindi, la paura è finalizzata all’autoconservazione.
Ogniqualvolta si manifesta vicino a noi un pericolo imminente, le connessioni mentali di causa-effetto che ci siamo costruiti nel tempo attraverso l’esperienza ci consentono di ipotizzare degli ipotetici scenari e vie di fuga, in pratica, delle soluzioni già sperimentate che possiamo attuare per metterci in salvo.
I bambini, però, non hanno ancora sviluppato la capacità di creare questo tipo di associazioni mentali. L’emozione della paura ingenera in loro confusione e turbamento. Essendo la paura una reazione istintiva e irrazionale al pericolo, si attiva a prescindere dal fatto che l’oggetto della paura sia stato individuato o meno. Anzi, è proprio questa mancanza di definizione a rendere la paura così spaventosa per i bambini. In fondo è quello che succede anche a noi adulti quando entriamo ad esempio in una “casa del terrore”. Sappiamo che è tutto finto, ma il fatto di essere al buio e di non sapere che cosa ci sta per succedere, attiva in noi una forte sensazione di paura, del tutto irrazionale e immotivata.
Le storie di paura permettono ai bambini di individuare e definire l’oggetto della propria paura – ad esempio il mostro – e in questo modo di superare il turbamento interiore che ne deriva. Confinando il mostro in una terra lontana dove non può più nuocere, rendendolo ridicolo per alcune sue caratteristiche e quindi meno spaventoso, oppure evidenziando l’impossibilità che la vicenda si possa riprodurre nella vita reale, la storia fa chiarezza nella mente del bambino, placa la sua inquietudine e lo libera dalla paura.
Rendere visibili le paure, definirle, associarle a qualcuno o a qualcosa, nominarle ad alta voce grazie alle storie che le rappresentano, può aiutare i bambini a toccare con mano le proprie emozioni, a manipolarle, a metterle a nudo, a condividerle con le persone che amano e anche a riderci sopra.
Molti genitori però non leggono ai propri figli storie di paura perché temono che possano spaventare troppo i loro piccoli.
Secondo psicologi e pedagogisti, la paura è invece un’emozione molto importante per i bambini, perché fa parte del loro percorso di crescita. Anche se cerchiamo di proteggere il più a lungo possibile i nostri figli da tutto ciò che è spiacevole, arriva sempre il momento in cui sono loro a manifestare interesse per personaggi appartenenti all’universo della paura come streghe, maghi, lupi, scheletri: questo significa che, attraverso i racconti che hanno sentito a scuola, la televisione, i videogiochi, e talvolta anche gli incubi, queste figure hanno ormai preso forma nella loro immaginazione; è necessario allora capire quali sono le paure che alimentano queste fantasie e cercare, anche grazie alle storie, di aiutarli a sconfiggerle.
Le storie di paura possono contribuire a esorcizzare le sensazioni negative che sono già presenti nella mente dei più piccoli. Sono uno strumento utile per affrontare le paure, non solo perché permettono ai bambini di riconoscerle, ma anche perché suggeriscono, attraverso le vicende narrate, delle soluzioni pratiche per superare le difficoltà quotidiane. Il bambino, vedendo il protagonista della storia che ad esempio sconfigge il mostro in una situazione a lui familiare e riesce a ottenere qualcosa che anche lui desidera, si identifica e capisce che può farcela a sua volta. In questo modo, avendo acquisito più fiducia in sè stesso, ha la possibilità di lasciarsi alle spalle una paura che attiene alla sua esperienza nella vita reale.
Quando decidiamo di leggere una storia paura ai nostri figli è fondamentale innanzitutto scegliere la storia in relazione all’età dei bambini e al loro vissuto personale. Certamente anche il luogo dove si svolge la lettura ha la sua importanza: abbassando le luci in cameretta e accendendo una candela si può creare un’atmosfera più adatta a favorire l’immedesimazione dei nostri figli nella storia, ma bisogna stare attenti a non esagerare. Tutto deve essere sempre commisurato all’età e alla sensibilità di chi ascolta. Va bene fare le voci dei personaggi, però senza calcare troppo sui toni spaventosi. Qualche effetto umoristico ogni tanto aiuta a stemperare la tensione!
Mamma o papà devono essere sempre vicini al loro bambino durante la lettura delle storie di paura. Alla fine, lo scopo delle storie di paura è lenire la paura, supportando la crescita e l’autonomia del bambino. In questo senso, le persone che conoscono meglio il bambino e che sono in grado di capire le sue difficoltà e di proteggerlo con tutte le spiegazioni del caso sono proprio i suoi genitori.